Il 23 gennaio 2018 la mia classe e io abbiamo lasciato l’Istituto San Giuseppe La Salle e siamo andati al Biolab di Milano.
Immerso nei giardini pubblici Indro Montanelli, a Porta Venezia, il Biolab è un vero e proprio laboratorio della vita dove abbiamo avuto modo di assistere a tanti esperimenti particolari, uniti da un unico grande titolo: “Atmosfera Inquieta”.
Il Ciclo dell'Acqua
Il primo esperimento è stato sul ciclo dell’acqua: con l’aiuto di un modellino in alluminio, a forma di triangolo rettangolo, è stata scaldata dell’acqua in una bacinella grazie a un resistenza di rame posta alla base del triangolo. Quando l’acqua è salita verso la parte alta del triangolo sotto forma di vapore, ha toccato la parte fredda del triangolo e, attraverso la condensazione, è tornata allo stato liquido ricadendo nella bacinella. Grazie a questo semplice esperimento abbiamo visto con i nostri occhi come l’acqua compie un ciclo continuo sulla Terra trasformandosi nei suoi tre stati.
Mi comprimo… ma fino a un certo punto
Il secondo esperimento riguardava la comprimibilità dell’aria, argomento che avevamo già studiato e sperimentato in classe col nostro professore di Scienze. All’interno di un grande cilindro, chiuso da uno stantuffo, c’erano un liquido e dell’aria. Alcuni miei compagni hanno tentato di schiacciare lo stantuffo ma è stato davvero difficile, perché i gas sono comprimibili ma fino a un certo punto.
Tuoni e Fulmini!
Ci siamo quindi spostati in una zona del Biolab dove abbiamo svolto un esperimento sui fulmini e i tuoni. Su un monitor c’era la simulazione di un temporale e premendo un pulsante abbiamo scatenato i fulmini, percuotendo una lastra di metallo abbiamo invece ottenuto i tuoni. È stato interessante scoprire come i fulmini e i tuoni sono strettamente collegati tra loro e come fare per capire quando sta per scatenarsi un temporale.
Brilla in Cielo l'Arcobaleno
L’esperimento successivo mi ha permesso di fare una scoperta molto avvincente, perché riguardava l’arcobaleno. Abbiamo fatto passare una luce bianca attraverso un prisma e abbiamo osservato che le pareti attorno al prisma non erano illuminate di luce bianca ma di tanti colori: dal blu al giallo, al verde e al rosso. Ecco… la stessa cosa accade in cielo dopo un temporale. La luce del sole penetra nelle goccioline d’acqua presenti nell’aria e si divide nei suoi tanti colori, formando l’arcobaleno.
Light my Fire
Successivamente, abbiamo fatto un esperimento sulla combustione. All’interno di una teca c’erano dei sensori. Abbiamo messo delle candele accese all’interno della teca che poi abbiamo chiuso con un coperchio. Dopo qualche minuto, tramite un computer collegato ai sensori, abbiamo notato che all’interno della teca la quantità di ossigeno diminuiva e quella di anidride carbonica aumentava. Le candele accese hanno consumato l’ossigeno fino a spegnersi del tutto. L’ossigeno è fondamentale, quindi, per mantenere accesa la fiamma delle candele. La guida ci ha spiegato che proprio per questo motivo gli incendi sono difficili da spegnere quando sono alimentati dal vento.
Affusolato è meglio
L’ultimo esperimento è stato sulla aerodinamicità dei corpi. Abbiamo provato ad attaccare degli oggetti di forma diversa a un’elica attivata da un motorino, per vedere se cambiava la sua velocità. Ci siamo resi conto che la velocità aumentava se la forma degli oggetti attaccati all’elica era sempre più affusolata.
Si torna a Scuola
Con un po’ di dispiacere abbiamo scoperto che il tempo a nostra disposizione era finito. Siamo tornati a scuola contenti di aver vissuto un’esperienza speciale in una grande… atmosfera. Grazie Biolab!
Pietro B., Classe 1^A